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Gli antichi mestieri

La Vegetazione di Palude (Paeu')

Le piante più diffuse nei tratti paludosi prospicienti al Sile sono le cannucce (canèe), i coltellaccio (paére), le mazzasorda (paeròssi) e la Carice (paja da carèghe). Un tempo questa vegetazione forniva abbondante materiale (strame), utile per governare il bestiame (par starnìr e bestie) ed essere utilizzato quale lettiera (métergheo sóto dove che e dormìa) contribuendo in tal modo ad aumentando la produzione del prezioso letame. Ma oltre a questa loro principale funzione, le erbe palustri avevano anche quella di fornire la materia prima per un tipo di piccolo artigianato ormai definitivamente scomparso, almeno a livello professionale.


Cannucce (Phragmites australis) "Canèe"
Dalle loro parti terminali (pennacchio e gambo di una lunghezza di circa 50 cm.) si potevano ottenere, oltre ad essere usate per far "strame", delle scope particolarmente morbide e molto richieste soprattutto per i terrazzi di abitazione lussuose (pa e teràsse dée case lussuose), ed erano comunemente chiamate anche "scope da terrazzi". Queste venivano tagliate con la falce messorìa (messóra) poco prima del taglio generale del "paeú", che avveniva nei primi giorni di luglio. Appena colte si toglieva loro la guaina esterna e e si stendevano su graticci di canne ad asciugare all'ombra. Questi graticci (grisiòe) erano utilizzati anche per l'allevamento dei bachi da seta. Una volta ben asciugate, le cannucce venivano portate al mercato di Treviso dai commerciati all'ingrosso, che valutate e una volta steso il preliminare, passavano poi in azienda per acquistarle suddivise in fasci di 5 kg circa l'uno. La loro valutazione era discretamente remunerativa (una lira e mezza circa al kg), basti pensare che, prima della seconda guerra mondiale, con due kg. di "canèe" sì poteva comperare un chilo dì carne. In tempo di miseria, dove molti non avevano niente, il furto di "canèe" era una pratica abbastanza diffusa, e non solo fra i ragazzini.

Coltellaccio "Paére" (Sparganium, sp)
Il Coltellaccio si distingue dalla cannuccia perchè cresce sott'acqua ed ha la foglia larga. Era molto importante in quanto integrava il foraggio non sempre abbondante destinato all'alimentazione dei bovini. Si ricorda che "A sera, co se gaéa varnà e bestie, ìnvésse de darghe càne, se ghe impinìva a grùpia de paére e eóre e rosegàva." «Alla sera, quando si erano governate le bestie, invece di dar loro stocchi di granoturco, tagliati a pezzetti, si riempiva la greppia di paére e loro rosicchiavano».

Mazzasorda "Paeròssi", (Typha latifolia)
Oltre a servire come lettiera per il bestiame avevano anche una utilizzazione "industriale". Le loro foglie, raccolte prima del taglio generale della palude e fatte asciugare all'ombra di siepi e filari di viti, erano vendute ai "bottèri", che le inserivano nell'incastro delle "dóghe" sul fondo di botti o tini. Erano quotate commercialmente un po' di più delle cannucce.

Carice "Pàja da carèghe" (Carex, sp)
Era ideale per impagliare le sedie, mansione nella quale erano specializzati gli artigiani provenienti alla montagna. Questi arrivavano durante la stagione invernale e lavoravano in cambio di un po' di latte, un piatto di minestra e di pochi spiccioli nella stalla, dove trascorrevano poi la notte.
Antichi mestieri
Antichi mestieri
(foto di: Gianfranco Speranza)
Antichi mestieri
Antichi mestieri
(foto di: Gianfranco Speranza)
Antichi mestieri
Antichi mestieri
(foto di: Gianfranco Speranza)
Antichi mestieri
Antichi mestieri
(foto di: Gianfranco Speranza)
Sant'Elena verso Casier
Sant'Elena verso Casier
(foto di: Gianfranco Speranza)
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