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Una storica famiglia importante per l'economia del Sile: i Toso

Tra le famiglie che hanno lasciato un segno tangibile della loro presenza a Casier negli ultimi centocinquant'anni, va ricordata proprio quella dei Toso.
Angelo Toso, uno di Melma, per caso fortuito diventò proprietario di quanto esisteva tra la Roggia ed il Sile, ereditando il tutto dalla vedova di un generale austriaco. Sposatosi con Angela Belloni, il cav. Angelo Toso, morì il 27 aprile 1914, ad ottantaquattro anni, e fu sepolto nell'oratorio della sua villa, testimoni il conte Lorenzo Giustiniani e Giuseppe De Marchi, procuratore dei Toso e successivo direttore del Mulino di Melma (l'attuale Chiari & Forti).
La Società Anonima Molini "Angelo Toso", con sede a Venezia, continuò la sua attività grazie al figlio Angelo Gino Toso.
In pieno conflitto mondiale, nell'agosto del 1916, il comm. Angelo Toso, dotato di grande sensibilità umana, decise di aprire un orfanotrofio per l'accettazione di una quarantina di orfani di guerra: bambini fino all'età di dodici anni, sia maschi che femmine. Comperò allora un caseggiato ed alcuni campi confinanti con il parco della sua villa, in pratica l'ex terreno della fonderia dei Comin. Il nuovo orfanotrofio doveva essere inaugurato il 1 novembre 1917, ma dopo la disfatta di Caporetto (24 ottobre), venne requisito ed occupato, dalle truppe in ritirata e in seguito fu adibito a lazzareto.
Occorre qui aprire una parentesi storico-letteraria di cui ancora oggi si parla.
Ernest Hemingway, il grande scrittore americano che operava sul fronte veneto nel 1918, venne ferito l'8 luglio di quell'anno a Fossalta di Piave e in quello stesso giorno fu trasportato in un ospedale da campo nelle retrovie.
Recentemente Giovanni Cecchin, un veneto che insegna negli Usa, ha definito l'ubicazione di quell"ospedaletto": ne "Il Gazzettino", quotidiano veneto, afferma che «Hemingway in una lettera ai genitori non ne precisa la località, ma in Addio alle armi egli fa chiaramente intendere di essere stato trattato, perché americano ("il figlio legittimo del presidente Wilson", ecc.), con un certo riguardo. Il miglior stabilimento sanitario della zona era l'Ospedale da Guerra della Repubblica di San Marino (o Ospedale 74). Si trovava a Villa Valier, oggi Battagia, di Silea. Che Hemingway vi sia stato ricoverato, - continua Cecchin - ne ho conferma da un cartoncino ritrovato tra le sue cose (raccolte dal prof. Carlos Baker, suo più autorevole biografo ed amico) all'Università di Princeton N. 3 su cui oltre all'intestazione a stampa dell'ospedale e agli stemmi della Repubblica del Titano e della Croce di Savoia uniti dalle parole "Patria" e "Pietà", c'è sul retro l'indirizzo di un suo amico italiano ivi pure ricoverato: il ten. Barcelloni - Corte 49. O.P.C., 145 Batteria...».
A guerra terminata, dopo aver riparato i danni dell'occupazione, il comm. Toso si rivolse all'Opera Nazionale per l'assistenza civile e religiosa agli orfani del morti in guerra, affidandole la gestione e contribuendovi, comunque, in buona parte.
Infatti, nel 1920 l'orfanotrofio rientrò in funzione, con metà contributo della famiglia Toso tra denaro, terreni ed animali. Nel novembre del 1920, in accordo con il presidente dell'Opera, l'orfanotrofio fu affidato alle suore di Maria Bambina, sotto la presidenza della moglie di Angelo Toso, Antonita Delfino. I Toso, emigrati a Venezia, erano comunque molto numerosi in famiglia: due figlie, Mariangela e Luisa, la sorella della signora Toso, Pina, l'istitutrice Augusta Gaggio ed il personale, composto da sei persone tra domestico, bambinaia e camerieri.
Alla fine del 1923 il comm. Toso, che aveva continuato a condurre l'Unione Cooperativa di Consumo, proprio di fronte alla chiesa, si trovò coinvolto in un grande dissesto finanziario. Grazie alla signora Toso, che si rivolse all'Opera Nazionale Orfani di Guerra, dipendente allora dalla Prefettura, attraverso offerte di vari enti pubblici e privati, riuscì a salvare l'istituzione, accogliendo soprattutto ragazze povere e sole. Nel febbraio 1935 ve n'erano ospitate diciotto, tutte native di Venezia, mentre nel maggio dello stesso anno il numero era già salito a trenta, alcune delle quali non avevano paternità.
Ritrovata una certa sicurezza economica, i Toso fecero ampliare l'orfanotrofio che all'inizio della seconda guerra mondiale, nel febbraio del 1943, fu requisito dall'ospedale civile di Treviso, mentre oltre cento bambine (a tal numero erano salite) furono ospitate nella villa padronale. In seguito l'orfanotrofio fu acquistato dalla parrocchia, e in seguito ospitò i Padri Sacramentini che vi tennero un loro seminario, dedicato a S. Pio X. Nei pressi vi esisteva anche lo stabile di una "corte d'Assise", oggi demolito.

La Cooperativa Angelo TOSO a Casier inizio del secolo 900. La Cooperativa di Casier, rivitalizzata all'inizio del secolo dalla famiglia Toso, proprietaria dell'omonimo Mulino di Melma (Silea) (ora Chiari e Forti), aveva un origine piuttosto remota: esisteva infatti già nel 1857. La Cooperativa, in cui si poteva trovare di tutto, dagli alimentari alla carne, al tabacco, era una vera istituzione per Casier e il suo ruolo andava al di là della semplice funzione-supermercato, per assumere invece quello di centro aggregatore della vita del paese.

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