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L'architettura

Le Ville Veneziane

Desidèri e necessità si fondevano nel richiamo di amene campagne, prati e colli, con il sopraggiungere dell'estate e dell'autunno. I ricchi veneziani, imbarcati su burchielli o sfarzose carrozze raggiungevano le Ville sparse in provincia. L'ambientazione di queste residenze si presentava ben diversa rispetto agli angusti canali e alle calli dove la luce a stento arrivava: cespugli di bosso e di tasso, siepi di mortella, lunghi viali di carpini si perdevano tra macchie verdi e fiorite. Questo era un luogo ideale per cavalcate, gite in carrozza, passeggiate, ma anche per la caccia, il gioco, i divertimenti e le rappresentazioni teatrali. La "moda" di disporre di una villa, non fu come si pensa propria del '700, da almeno due secoli prima, ciò che veniva biasimato come periodo di "molli costumi" induceva parecchi mercanti a spendere somme di denaro enormi per costruirsi la propria villa. Girolamo Priuli scriveva nel '500: "li nobili et citadini veneti inrichiti volevano triumfare et vivere et atendere a darse a piacere et delectatione et verdure in la terraferma et atri spassi assai. Abbandonando le navigationi… et compravano possessione in terraferma traspagando il dopio de quello valevano… et facevano palagi et spandevano denari assai, et bisogna poscia… Una charetta et cavalli excellenti… in tantum che le entrate… se expendevano in pasti e solazi".

Ruolo policentrico delle Ville nell'economia sociale del territorio
Nel diverso e vario comporsi degli elementi architettonici che formano la Villa Veneta quali il corpo dominicale, le barchesse, l'oratorio, il giardino, il brolo, i rustici etc., si può riconoscere un numero limitato di tipologie architettoniche, pur notevolmente arricchite dalla "sperimentazione" del Palladio.
Sostanzialmente omogenee per tutto il territoro veneto, le Ville presentano, tuttavia, in alcuni ambiti locali alcune differenziazioni che rispecchiano il consolidamento del sistema economico-funzionale in atto: la collocazione sul territorio diverrà più rispondente alla funzione agricola che a quella residenziale.
La vicinanza di un fiume, così come la prossimità di una strada importante, nel favorire la comunicazione, inserirà la villa nel sistema di gestione del territorio, favorendo il trasporto delle produzioni agricole verso i mercati veneziani. Le relazioni fisico-geografiche ed economico-sociale che le Ville istituiscono con il territorio, corrispondono agli indirizzi di politica economica e governo del territorio che iniziano a manifestarsi già nel '400, rafforzandosi nel secondo decennio del '500 ed evolvendosi nel corso del '600 e '700. Le Ville si collocheranno quali cellule generatrici in quella maglia territoriale policentrica (città capoluogo - mercato, paese, villaggio rurale, castello-abbazia-villa) già costituitosi nelle sue linee principali nel medioevo e ancor oggi quale specifica caratteristica del territorio veneto.

Un grande museo all'aperto gli splendori della Serenissima
Le ville veneziane che si incontrano lungo il corso d'acqua, a volte nascoste tra il verde, altre volte più appariscenti, con colonne e capitelli neoclassici, con leggeri portici e stucchi decorativi. Tra le più celebri, Villa Barbaro Valier (ora Battaggia) del 1500, un'altra Villa Barbaro del 1600, Villa Fanio Cervellini del 1700 in prossimità di Cendon, la quattrocentesca Villa Barbaro Gabbianelli di Lughignano fatta costruire da Caterina Cornaro come dono di nozze per una sua damigella Fiammetta, e ancora Villa Dalla Riva (ora Canzian) del '600, Villa Mantovani Orsetti e la cinquecentesca Villa Celestia.

Villa Fanio Cervellini
Villa Fanio Cervellini
(foto di: Gianfranco Speranza)
Cendon di Silea - Villa Fanio Cervellini (XVII sec) - particolare
Cendon di Silea - Villa Fanio Cervellini (XVII sec) - particolare
(foto di: Gianfranco Speranza)
Villa Barbaro
Villa Barbaro
(foto di: Gianfranco Speranza)
Silea - Villa Valier Battaggia
Silea - Villa Valier Battaggia
(foto di: Gianfranco Speranza)
Villa Bembo Gradenigo a Sant'Elena di Silea (XVI sec)
Villa Bembo Gradenigo a Sant'Elena di Silea (XVI sec)
(foto di: Gianfranco Speranza)
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